Per gestire con successo un'impresa, è essenziale tenere sempre d'occhio tutti i costi. È l'unico modo per ridurre e ottimizzare le spese a lungo termine e massimizzare i profitti. I costi fissi rappresentano un'alta percentuale dei costi sostenuti da un'impresa.
Ma cosa sono i costi fissi? In questo articolo troverai degli esempi di costi fissi e scoprirai come calcolare e poi ottimizzare i costi fissi della tua impresa.
I costi fissi sono le spese sostenute da un'impresa indipendentemente dal volume di produzione o di vendita. Poiché, a differenza dei costi variabili, i costi fissi rimangono stabili, sono anche chiamati "costi indipendenti dalla produzione o dall'occupazione". I costi fissi includono tutti i costi sostenuti regolarmente (ad esempio annualmente, mensilmente o trimestralmente).
Esempi di costi fissi:
Nella valutazione dei costi fissi, non importa quanti prodotti siano stati fabbricati o venduti e quanti servizi siano stati forniti o quale sia stato il grado di impiego dei dipendenti. Molti dei costi fissi vengono sostenuti sin dalla fondazione dell'impresa . Un'impresa è costretta a pagarli anche se, ad esempio, la produzione si ferma per un po'.
I tipi comuni di costi fissi, che possono essere attribuiti in gran parte a diversi centri di costo, includono:
I costi fissi possono inoltre essere suddivisi in diverse categorie, come ad esempio:
Il totale dei costi di un'impresa è costituito dalla somma di costi fissi e variabili. I costi fissi si calcolano sottraendo i costi variabili dal costo totale.
La formula è:
Per il buon andamento dell'azienda, è essenziale controllare regolarmente i costi fissi. Se sono troppo alti, infatti, si rischia di compromettere la liquidità a lungo termine. Un'analisi dei costi fissi ti permette di determinare quali aree della tua azienda sono particolarmente costose. Sulla base di questi risultati, è possibile eventualmente risparmiare per ridurre i costi fissi.
Le strategie utili per ridurre i costi fissi possono includere quanto segue:
Ricorda di fare sempre attenzione nel ridurre i costi. Non è detto che le riduzioni di spesa siano sempre opportune e abbiano un impatto positivo sul successo dell'impresa a lungo termine. Se, ad esempio, la riduzione dei costi fissi ha un impatto negativo sulla soddisfazione dei dipendenti, nel peggiore dei casi ciò potrebbe influire sulla competitività della tua azienda. C’è il rischio che collaboratori altamente qualificati decidano di passare alla concorrenza.
I costi totali di un'impresa si suddividono in costi fissi e variabili. La seguente tabella illustra le differenze tra i due tipi di costi operativi:
Costi fissi | Costi variabili |
Costi indipendenti dalla produzione e dal business. | Costi dipendenti dalla produzione. |
Si verificano indipendentemente dal volume di produzione o di vendita. | Cambiano in base al volume di produzione o di vendita. |
Generalmente rimangono stabili per un periodo di tempo più lungo e possono quindi essere calcolati a lungo termine. | Aumentano con l'aumento della produzione o delle vendite e diminuiscono con la riduzione della produzione o delle vendite. |
Esempi: canoni di locazione, stipendi dei dipendenti a tempo indeterminato, premi assicurativi. | Esempi: costi delle materie prime e dei materiali di imballaggio, salari per i lavoratori temporanei, commissioni sugli utili o sulle vendite per i dipendenti. |
Un'azienda deve pagare ogni mese l'affitto contrattuale per i propri uffici e lo stipendio per i dipendenti a tempo indeterminato. Non importa se e quanti prodotti siano stati fabbricati o venduti durante il mese in questione. | L'entità dei costi variabili dipende dalla produzione o dalla vendita. Infine, i costi dei materiali si verificano solo se i prodotti sono effettivamente fabbricati o devono essere imballati. |
Esistono importanti indicatori relativi ai costi fissi. Questi indicatori ti consentono di comprendere, analizzare e controllare meglio i tuoi costi fissi, per mantenere la tua impresa redditizia e raggiungere il successo a lungo termine.
Il margine di contribuzione è l'importo necessario per coprire i costi fissi.
Questo indicatore mostra quanto un prodotto o un gruppo di prodotti contribuisce alla copertura dei costi fissi, ovvero il ricavo minimo necessario per coprire i costi fissi generati dalla produzione.
La formula per calcolare il margine di contribuzione è:
Questo indicatore indica i costi fissi sostenuti in media per un singolo prodotto o servizio a livello aziendale.
La formula per calcolare i costi fissi medi è la seguente:
La degressione dei costi fissi descrive l'effetto in base al quale i costi fissi per unità diminuiscono man mano che la quantità di produzione aumenta. I costi fissi possono ora essere ripartiti su un numero maggiore di unità.
Una degressione dei costi fissi si verifica quando i costi fissi non aumentano parallelamente alla produzione.
La quota dei costi fissi mostra la quota dei costi fissi rispetto al totale della cifra d'affari. È importante per valutare la stabilità della struttura dei costi di un'azienda e per capire quanto l'azienda sia influenzata dalle fluttuazioni della cifra d'affari.
Il punto di pareggio indica il momento in cui i ricavi coprono esattamente i costi variabili e fissi, senza generare né profitti né perdite. Indica la quantità di fatturato necessaria per coprire i costi fissi.
La formula per calcolare il punto di pareggio è:
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Il fatto che i salari facciano parte dei costi fissi dipende dal tipo di occupazione. Infatti, a differenza degli stipendi, che fanno parte dei costi fissi, i salari (a ore) vengono calcolati in base alle ore di lavoro effettive.
I salari dei lavoratori temporanei o dei liberi professionisti fanno quindi parte dei costi variabili, poiché vengono pagati in base alle esigenze e alle ore di lavoro. Se invece un dipendente a tempo indeterminato viene pagato in base alle ore di lavoro prestate, e l'importo di queste ore di lavoro è rigorosamente specificato nel contratto di lavoro, questo salario è considerato un costo fisso.
I costi fissi troppo elevati possono causare problemi finanziari, in quanto si verificano indipendentemente dal volume di produzione o di vendita e possono quindi influire notevolmente sulla redditività di un'impresa. Infatti, mentre i costi variabili diminuiscono nei mesi di bassa domanda, i costi fissi possono diventare rapidamente un onere finanziario. Ad esempio, ciò si verifica quando non si generano abbastanza vendite per un periodo di tempo prolungato.
Quando i ricavi non bastano per coprire i costi fissi, si possono verificare difficoltà di liquidità, solleciti di pagamento o procedimenti giudiziari, fino a giungere eventualmente all'insolvenza.
Ma anche senza che si verifichi il peggio, costi fissi troppo elevati possono ostacolare il successo aziendale. In definitiva ciò significa che ci sono meno risorse disponibili per investimenti, crescita o adattamento alle mutevoli condizioni di mercato.
I costi fissi svolgono un ruolo decisivo nell'analisi del break-even o punto di pareggio. Perché per raggiungere il punto di pareggio , i ricavi devono coprire i costi variabili e fissi. I costi fissi determinano quindi in modo significativo la quantità di fatturato necessaria per essere redditizi.
L'aumento dei costi fissi di un'impresa può avere diverse cause, come un aumento del prezzo di affitto o degli stipendi dei dipendenti. I costi fissi aumentano anche quando si assumono nuovi lavoratori, quando aumentano tasse come l'imposta sulla proprietà o si stipulano nuovi abbonamenti.
Ogni volta che aumenta o si aggiunge un pagamento regolare, indipendente dalla produzione o dalla vendita, aumentano i costi fissi dell'azienda.
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